Misura costosa, e regressiva. Ecco le ragioni che hanno spinto il governo a congelare il cashback
«Il cashback ha un carattere regressivo ed è destinato ad indirizzare le risorse verso le categorie e le aree del Paese in condizioni economiche migliori». Così, spiegano fonti di Palazzo Chigi, il presidente del Consiglio, Mario Draghi, è intervenuto in Consiglio dei ministri, spiegando alla base della sospensione della misura a partire da domani 1 luglio.
La maggiore concentrazione dei mezzi alternativi al contante si registra tra gli abitanti del Nord e, più in generale delle grandi città, con un capofamiglia di età inferiore a 65 anni, un reddito medio-alto e una condizione diversa da quella di operaio o disoccupato. Anche se non esistono a tutt’oggi dati specifici al riguardo, è presumibile, secondo il ragionamento che il capo del Governo ha illustrato ai ministri, che siano queste categorie a trarre i maggiori benefici dal cashback e dai bonus e superbonus collegati.
La misura, secondo il presidente del Consiglio, rischia perciò di accentuare la sperequazione tra i redditi, favorendo le famiglie più ricche, con una propensione al consumo presumibilmente più bassa, determinando un effetto moltiplicativo sul Pil non sufficientemente.
Non incentiva chi già usa le carte…
Inoltre – riferiscono le stesse fonti a proposito del contenuto delle considerazioni fatte da Draghi – non esiste alcuna obiettiva evidenza della maggiore propensione all’utilizzo dei pagamenti elettronici da parte degli aderenti al Programma. Quasi il 73% delle famiglie già spende tramite le carte più del plafond previsto dal provvedimento. Pertanto, la maggior parte potrebbe ricevere il massimo vantaggio anche senza intensificare l’uso delle carte.
FONTE: https://www.ilsole24ore.com/